INTESA SAN PAOLO – PIANO INDUSTRIALE 2022-25 – Conclusioni (6)

POST PRECEDENTI

1) introduzione

2) digitalizzazione forzata

3) next way of working

4) il modello di banca

5) le persone

Riteniamo importante evidenziare come, avvalendoci anche del confronto tra gli obiettivi e i risultati raggiunti del piano industriale 2018/2021 si evinca che sarà molto improbabile raggiungere gli indici del piano industriale 2022/2025.

Questo a seguito del fatto che esso è stato elaborato prima dell’inizio del conflitto Russo/ Ucraino (analogamente a quanto successo nel piano precedente che non prevedeva la pandemia e riportava quindi obiettivi per il 2021 che ora vengono riproposti (per altro al ribasso) per il 2025.

Venendo agli aspetti che poi avranno ricadute su chi rappresentiamo, notiamo che in questo progetto non c’è nessuna proiezione di crescita netta su una base clienti tradizionali; si cedono clienti già della banca al digitale ma non si chiede alla rete di sostituirli con piani di acquisizione a discapito di altre banche o reti finanziarie.

Sui crediti la volontà di NPL uguale a zero è una chiara dichiarazione di intenti rispetto alle aspettative dell’economia domestica: un chiaro abbandono dell’economia reale.

Come ricaduta su chi rappresentiamo, Il progetto avrà l’effetto di distruggere lavoro di- pendente, e quindi distruggere diritti acquisiti, salari dignitosi, sicurezza del posto di lavoro, certezza della retribuzione, trasferendo il rischio di impresa a nuovi lavoratori formalmente autonomi, che si troveranno a lavorare a cottimo per un solo committente.

Altri 4600 posti di lavoro dipendente scompariranno per sempre se le OO.SS. continueranno ad accettare questa logica di ristrutturazione, desertificando sempre di più l’occupazione stabile in territori che vivono già da anni con difficoltà questo smantellamento del lavoro dipendente privato, e qua non c’è nulla di ineluttabile, c’è una chiara scelta manageriale di diffondere a grandi gestori di fondi internazionali 22 miliardi di euro di cassa riducendo strutturalmente gli investimenti nelle donne e negli uomini che vivono in questo paese.

La tecnologia, lo ripeteremo fino alla nausea non è mai pro o contro il lavoro, può essere uno strumento potentissimo di miglioramento delle condizioni di vita, ma usato in una Società orientata esclusivamente al profitto può diventare uno strumento di distruzione di intere comunità e territori.

Un’ultima considerazione, forse meno immediata, che ci proviene dalla lettura del Piano: quando una Banca orienta 4 milioni di clienti a bassa redditività verso la banca digitale non solo la stessa vuole eliminare della buona occupazione, ma tira una riga chiara ma con implicazioni sociali tra i clienti, perdendo completamente quella valenza comunitaria che dichiarava fino a qualche anno fa.

E tutte le iniziative di social ed ambient impact sono solo un’illusione a copertura di una discriminazione economica/sociale sempre più ampia, anche perché spesso i clienti con meno possibilità economiche sono anche quelli meno digitalizzati e con meno strumenti di conoscenza e che andrebbero quindi seguiti e formati.

Un piano di impresa che è perfettamente incardinato nelle logiche neo liberiste degli ultimi 30 anni e che delinea politicamente e socialmente chiunque lo appoggerà.