Il settore assicurativo, le vertenze “passate” ma pur sempre attuali e le prospettive alla luce del rinnovo del CCNL ANIA

 

Il settore assicurativo è uno di quelli che, nonostante la crisi pandemica, ha confermato una tenuta notevole, riuscendo a produrre utili insperabili in altri comparti.

Eppure…

Eppure, in un comparto così solido, tocca raccontare della rapacità di alcune realtà che non perdono occasione per sferrare attacchi al mondo del lavoro all’insegna dell’esternalizzazione.

Accade infatti che, quasi contemporaneamente, due aziende hanno messo in atto operazioni per disfarsi, con molta nonchalance, di interi comparti.

Parliamo delle vicende di Zurich e di Verti:

La vicenda Verti è unica nel suo genere. Dopo una prima forte riduzione di personale, abbiamo assistito all’espulsione di circa un terzo degli addetti restanti, a causa della incapacità e degli errori del gruppo dirigente. Le norme del CCNL sull’area contrattuale sono state violate, creando un precedente grave per tutto il settore e per la prima volta si è assistito all’apertura della procedura di licenziamento collettivo per circa 200 tra lavoratrici e lavoratori, rei di non avere accettato di essere collocati in esubero.

Interi reparti sono stati azzerati per esternalizzare le relative lavorazioni in Contact Center esterni dove i lavoratori sono precari, sottopagati, non sindacalizzati e spesso con l’applicazione di un contratto nazionale che nulla ha a che vedere con il mondo assicurativo.

In Zurich non solo si è attuata una cessione di ramo d’azienda in violazione del CCNL come in Verti, ma anche il passaggio all’ altra azienda di un gruppo di lavoratori che nulla hanno a che fare con il ramo d’azienda interessato dalla cessione: lavoratori trattati come figurine…

Ripetute violazioni del Ccnl da parte di due aziende assicurative diverse, che non sono bastate alla Segreteria Nazionale della FISAC per indire la mobilitazione di tutto il settore a difesa del Contratto Nazionale.

Senza dimenticare quanto accaduto in Alleanza assicurazioni dove, a seguito della chiusura del 40% degli uffici periferici e dei cambiamenti attuati dall’azienda con la remotizzazione selvaggia, accompagnata da pesanti pressioni commerciali, i lavoratori sono stati costretti a scioperare lo scorso settembre. Nonostante la mobilitazione dei lavoratori, i vertici della compagnia del Gruppo Generali continuano a non voler ricevere le RSA, nel silenzio assordante della Segreteria Nazionale che aveva garantito un intervento per sbloccare la situazione.

Assistiamo, quindi, ad un contesto preoccupante nel settore assicurativo che si sviluppa nello stesso momento in cui viene presentata una piattaforma per il rinnovo del Ccnl, di certo condivisibile e che propugna un ritorno di tutta la filiera sotto il contratto di Ania (e ci auguriamo che almeno questa volta veda l’ingresso anche di Alleanza nel CCNL di cui fa parte la capogruppo Generali), ma che viene affrontato delegando al rinnovo la speranza di una soluzione.

Ricordiamo che la piattaforma è stata presentata e fatta votare ai lavoratori in modo quantomeno poco democratico, da remoto e senza concedere ai pochi partecipanti alle assemblee nemmeno la possibilità di intervenire o porre domande, con votazioni effettuate in fretta e furia anche su piattaforme aziendali come nel caso di Generali. Ricordiamo che anche l’ultimo CIA di Gruppo Generali, che ha visto un passo indietro su istituti importanti come la previdenza e la polizza sanitaria, a fronte di un piccolo passo avanti solo sull’istituzione del PRV per i produttori, è stato presentato e fatto votare, agli scarsi lavoratori presenti alle assemblee on-line, in modalità discutibili dal punto di vista democratico, utilizzando piattaforme aziendali e permettendo all’Azienda di conteggiare l’esito delle votazioni!

Quel che sta succedendo, sta succedendo qui e ora! Sarebbe necessario, lo ripetiamo, un percorso di mobilitazione che coinvolgesse l’intera categoria.

Il percorso previsto dalla piattaforma va nella direzione giusta, ma se non si sviluppa un contrasto adeguato ai fenomeni sopra descritti, si rischia di chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati, tanto più che la situazione di inflazione galoppante venutasi a creare anche con la guerra in Ucraina spinge molti a cercare di chiudere la trattativa in fretta.

La fretta di chiudere non gioverà di certo alla discussione che gli altri punti di piattaforma richiederebbero, visti anche gli atteggiamenti di grande “disponibilità” e “sudditanza” dimostrati negli ultimi anni dalle OO.SS. nei confronti delle aziende e dei grandi gruppi assicurativi.