FASE 2 – La transizione

La pandemia da COVID-19 non è stata dichiarata conclusa ed il nostro Paese è entrato nella FASE 2 che prevede la ripresa delle attività e delle relazioni in modalità graduale e reversibile.

Una reversibilità che, a fronte di una eventuale risalita della curva del contagio, non si tradurrebbe in un semplice riavvolgimento del nastro ma in una condizione ancora più tragica di quella già conosciuta negli oltre due mesi che abbiamo alle spalle.

È per questo motivo che, in questa delicatissima fase, il contributo di tutti i cittadini e di tutte le parti di questo Paese che svolgono il ruolo di governo e di rappresentanza è fondamentale per finalizzare questa transizione nel migliore dei modi.

In questo scenario la FISAC CGIL è stata – è e sarà – uno dei soggetti chiamato a contribuire con scelte che devono produrre effetti immediati utili alla fase in essere ma anche deve saper leggerened affrontare temi e questioni in un’ottica di più lungo respiro.

Le questioni più cogenti direttamente legate alla sicurezza delle lavoratrici e lavoratori del settore del credito ed assicurativo e della clientela devono essere poste al centro dell’azione sindacale nel rapporto con le controparti e trovare coerenza con le previsioni dei Decreti emanati e dei Protocolli Confederali: distanza sociale, protezioni individuali, sanificazione specifica e costante degli ambienti di lavoro, accesso alle filiali da parte della clientela previo appuntamento, formazione specialistica obbligatoria devono rimanere punti cardine nei protocolli sottoscritti e pratica costante da parte delle aziende che, non va mai dimenticato, hanno obblighi ineludibili di garanzia delle condizioni di salute dei propri collaboratori e sono chiamate a svolgere un preciso ruolo sociale di sostegno alle famiglie ed alle imprese dalle norme governative sino ad oggi emanate.

Solo se si procederà ad una severa autocritica sui protocolli precedentemente sottoscritti ed in particolare su quello del 28 Aprile, si potranno raggiungere accordi con ABI che contengano gli elementi di garanzia per i lavoratori di cui sopra.

Nell’ambito dell’organizzazione del lavoro ed in particolare dello smart working, si è maturata una importante esperienza sul campo tale da consentire l’apertura di un confronto ed una discussione interna alla nostra Organizzazione con il coinvolgimento di RSA e RLS con lo scopo di verificare la rispondenza delle pratiche sino ad oggi registrate. Un percorso nuovo ed importante che permetterebbe di:

  • capitalizzare il bagaglio di conoscenze delle delegate e delegati che in questo difficile periodo sono stati chiamati ad affrontare le difficoltà dei colleghi
  • segnare una nuova direzione di governo della categoria che riposiziona al centro le strutture sindacali aziendali che operano in prima linea.

L’approfondimento del tema dello smart working rispetto ai temi della flessibilità oraria, della sicurezza informatica, delle tecnologie da adottare e dei relativi investimenti consentirebbe di immaginare una nuova configurazione del lavoro valevole anche oltre il periodo di pandemia e potrebbe risultare una buona base di proposta utile per il suo sviluppo anche in settori esterni a quello bancario e assicurativo.

È con questo invito ed auspicio che si ritiene il prossimo appuntamento con ABI, un momento utile e favorevole alla definizione di un vero confronto su questi temi.

Confidiamo che invece non porti soltanto alla firma di un ulteriore protocollo che non sarebbe compreso dalle lavoratrici e dai lavoratori.