Una nuova prospettiva politica

Una nuova prassi sindacale, una nuova Fisac!

di Fabio Alfieri

Probabilmente il discorso di Maurizio Landini alla Camera del Lavoro di Milano, lo scorso 31 ottobre, sarà ricordato come il punto di svolta di questo Congresso della CGIL. Le parole di Landini sono andate oltre la nota diatriba sul futuro gruppo dirigente e si sono  -invece- caratterizzate per una prospettiva politica che tenta di dare risposte concrete e una prassi sindacale ad alcune questioni di pregnanza contingente.

La prima: la frantumazione delle filiere produttive in una babele di contratti e tipologie di lavoro che si fanno dumping gli uni con le altre.  “…la contrattazione inclusiva non la fai dall’alto, devi farla con i lavoratori. Ma un approccio di questo tipo pone a tutti noi l’esigenza di un cambiamento. Ma il cambiamento è faticoso, diciamocelo. La nostra funzione, oggi, è di non lasciare sole le persone, di dire loro che noi siamo l’organizzazione che può affrontare la loro situazione..” Quindi, tenuto conto che l’evoluzione tecnologica non allarga, ma anzi riduce la domanda di lavoro, bisognerà affrontare il problema del sostegno alla povertà mettendo a servizio la rete fisica delle Camere del Lavoro, sull’esempio della CGIL di Cuneo. 

A mio avviso ciò vale per il sostegno materiale ma anche per quello all’istruzione e alla formazione. Vale per la CGIL ma anche per altre organizzazioni, come l’ARCI sugli SPRAR, che Salvini ha deciso di abolire, sta portando avanti progetti avanzatissimi, che potrebbero essere utilizzati non solo per i migranti ma anche per tanti italiani (magari coniugandoli col reddito di cittadinanza, se mai arriverà). 

Sono tematiche che si pongono sotto il cappello della contrattazione inclusiva affrontando il mondo del precariato, tra appalti e subappalti, tra contratti di ogni tipo a scadenze sempre più brevi e qualifiche sempre minori. Sono tematiche che parlano forte alla Fisac: dalla vicenda degli NPL di Banca Intesa ai lavoratori delle agenzie assicurative, dagli esternalizzati bancari degli ultimi dieci anni agli esuberi imminenti per la digitalizzazione che verrà.

Stando a Landini -e io sono d’accordo con lui- occorre contrattare in maniera inclusiva e occorre contrattare d’anticipo; a Cuneo la CGIL ha precorso l’acuirsi di un problema realizzando una sua proposta. Ecco, io credo che questo sia l’atteggiamento sindacale che servirà alla Fisac nei prossimi mesi, quando andremo a predisporre, e poi a discutere, la piattaforma del CCNL ABI.

La questione tutta interna alla Fisac, e che impone una discussione, è: perché non lo abbiamo fatto finora? Vorremo e saremo in grado di praticarlo in futuro?

Seconda questione: la rappresentanza. Ha detto Landini su Lega e 5 Stelle: “Il loro “contratto” è pericoloso, è un “contratto” privato e siccome hanno fatto un contratto tra privati non riconoscono nessun ruolo a corpi sociali organizzati. Dietro questa cosa c’è un disegno preciso: la messa in discussione dei corpi intermedi”. A mio avviso andrebbe avviato un ragionamento su come si esprimerà la rappresentanza non solo rispetto a forme di lavoro prima inedite ma anche relazionandosi con tecnologie che si sono imposte in un lasso di tempo brevissimo, stravolgendo il mondo della comunicazione e la stessa percezione della realtà.

Terza questione: la redistribuzione della ricchezza. Ipse (Landini) dixit sulla manovra economica del Governo:“Non risolve nulla, peggiora la situazione, niente investimenti pubblici, che sono calati del 30% dal 2008, e senza investimenti non c’è lavoro. Il punto non è se il governo ha sforato il 2% o il 4%, il tema è come li spendi quei soldi, se li spendi per il lavoro o per favorire gli evasori fiscali”. Io -in tutta umiltà- aggiungo che in Italia si è perso quasi il 10% del PIL nel periodo di crisi 2007/2014 e nell’ultimo decennio il 25% della base produttiva è scomparso. Inoltre, preoccupano e impressionano il fenomeno della povertà e della distribuzione della ricchezza, in Italia, che per la popolazione meno ricca (90%)  si è ridotta dal 60 al 45% a favore dei più ricchi (10%) che sono passati dal 40 al 55% della detenzione della ricchezza.

Oggi, 6 milioni di persone in Italia vivono sotto la soglia di povertà.

Compagne e compagni, ritengo che il prossimo Congresso Nazionale della Fisac-CGIL debba essere una palestra di discussione politica sulle gravi emergenze sociali contemporanee.

Da troppo tempo ci diciamo (a parole) che le idee differenti sono una ricchezza ma poi (nei fatti) viene pervicacemente proposto un unico pensiero a cui aderire, prima come gruppo dirigente della Fisac e (per) poi veicolarlo ai lavoratori. Ma i lavoratori cominciano a dare segnali di insofferenza (accordo NPL Banca Intesadocet).

Se le soluzioni calate dall’alto avessero sempre il crisma dell’incontrovertibilità la cosa potrebbe anche essere tollerata; tuttavia i fatti parlano diversamente e se quanto detto e riportato nelle righe superiori è anche solo in parte vero, ciò significa che qualcosa va rivisto e molto rimesso in discussione.

Chiudo con una battuta.

Ho visto la foto di un nostro compagno con un cartello che diceva “IL NEMICO NON ARRIVA IN BARCA, ARRIVA IN MERCEDES”. Ricordiamocene quando arriveranno a parlare -in passerella al nostro Congresso (!)- i molti top manager di banche e assicurazioni… invitati da chi pensa e continua a dire in giro che il problema della Fisac è la mia candidatura a Segretario Generale.