Tutto risolto…?!?

Intervento al C.D. Fisac Unicredit 10/01/2019

di Giorgio Passino

Prima di parlare dell’accordo una dovuta premessa metodologica:
Quando andiamo a trattare con chi abbiamo a che fare?
Le prime 20 banche mondiali, la creme de la creme della finanza mondiale, hanno totalizzato dal 2008 al 2016 600 miliardi di dollari di costi aggiuntivi per cattive pratiche di gestione, 500 miliardi di euro alla faccia della crisi e spesso legate all’urgenza di fare profitto a qualunque costo.

Ma questo non è solo un problema delle banche globali, è figlia di un sistema finanziario che liberalizzato è diventato il centro della corruzione del capitalismo.
Non vorrei ricordare le gestioni fallimentari di MPS o di CARIGE o delle Popolari Venete.

Da parte nostro abbiamo una banca che è sempre al top delle sanzioni antitrust, dalle multe sulle vendite dei diamanti (4 milioni di euro) alla multa per attività aggressive sull’anatocismo (5 milioni) oltre che alla recente sentenza di primo grado del tribunale di Bologna per collocamento improprio di derivati (multa di 10 milioni).

Per non dire di tutte le storie di ordinario rimborso regolate da accordi privati con i clienti che non compaiono nelle pieghe dei bilanci ma impattano profondamente sulla redditività delle imprese.

Ma veniamo all’accordo firmato con un management figlio di questa storia:

Quando con Laura nel coordinamento regionale abbiamo cominciato a ragionare su una possibile mobilitazione oltre un anno fa avevo espresso la mia posizione e cioè che il problema della Liguria era in realtà un problema nazionale e c’era la necessità di una mobilitazione complessiva.

Purtroppo mi fu rappresentata in quell’occasione l’indisponibilità del momento ad una iniziativa nazionale ed unitaria e quindi decidemmo di far partire l’iniziativa a livello territoriale proprio nella speranza di smuovere qualcosa.
In questi mesi ho girato più volte le agenzie del territorio ed ho sentito quanti più colleghi possibili per motivare alla mobilitazione.

Le nostre richieste sono poi state esplicitate in maniera estremamente prudenziale nella semestrale realizzata a maggio del 2018.
Il fatto che la nostra, come le altre mobilitazioni avute sul territorio, abbia alla fine visto un coinvolgimento nazionale mi ha reso estremamente felice perché ho visto le istanze della base fatte istanze di tutta l’organizzazione e di questo ringrazio tutti quelli che hanno permesso questo passaggio.

Purtroppo però devo dire che l’accordo non mi soddisfa e non soddisfa i lavoratori che rappresento e che lo ricordo hanno scioperato compatti.
E questo nonostante sia ben rappresentato nei vari passaggi dell’accordo lo sforzo dell’organizzazione di incardinare in ogni punto le richieste della vertenza ma con un punto di equilibrio troppo favorevole all’azienda (o a noi sfavorevole)

1 Protocollo sul benessere:
introdurre il principio del divieto di diverse pratiche commerciali è importante ma vorrei ricordare che solitamente i divieti aziendali sono presenti nelle circolari e negli ODS e comportano se non rispettati delle sanzioni, in questo caso si parla di comunicazione aziendale ma non di norma aziendale. La violazione del divieto cosa comporta?

L’impressione dai primi giorni di esperienza e che comporti quanto comportava prima e cioè niente. Alle 15,00 di ieri sul portale aziendale è comparsa la dichiarazione di Mustier, fortemente voluta dalla FISAC a sostegno del protocollo ma mezzora dopo nella mia agenzia pervenivano dure richieste dei direttori e dei capi area di riallineamento commerciale delle agenzie rimaste più indietro con successive e velate indicazioni di possibili trasferimenti.

Le pressioni commerciali o sono un anomalia e vanno sanzionati o sono il sistema ed allora occorre ridiscuterlo perché a breve, con il nuovo modello stile Intesa, la cottimizzazione degli appuntamenti e soprattutto dei successi sugli appuntamenti diventerà l’unica unità di misura dei lavoratori alla faccia della professionalità e dell’etica facendo esplodere lo straordinario non retribuito.

2 Assunzioni:
Bene 110 assunzioni a tempo determinato e bene le assunzioni al direct anticipate ma dimostrazione che c’è un problema che non si vuole risolvere. Bene l’informativa ai territori ma le risposte ai territori che avevano presentati le richieste anche aldilà delle considerazioni aziendali come troveranno la sintesi?
Per la banca la provincia di Imperia è ancora in esubero di personale ma i colleghi hanno scioperato anche per dire che l’impostazione aziendale non è reale e per indicare la loro esasperazione mentre in questo accordo non si è entrato nel merito dei singoli territori e delle loro esigenze lasciando discrezionalità di collocamento alle aziende. (di fatto indebolendo le iniziative locali).
Che risposte ora possiamo dare?

3 Formazione:
Bene il codice PFO bloccante ma questo continuo ritardo della sua implementazione (ancorchè non fosse obbligatorio ma era stato dichiarato dalla stessa azienda) è un segnale politico chiaro.

4 Organizzazione del lavoro:
La dichiarazione dell’azienda mi pare una chiara operazione di facciata, personalmente ad oggi sui terminali e sulla banda non abbiamo visto interventi; al contrario abbiamo avuto la terza variazione di insegne in 10 anni.
Le complicazioni delle procedure nelle agenzie rispetto alla semplicità fuori dalle stesse è oramai arrivata a livelli ridicoli; Cosa dovremmo chiedere ora che l’azienda ammette che le procedure che gli hanno permesso di dichiarare migliaia di esuberi non stanno funzionando?

In sintesi nonostante abbia apprezzato lo sforzo delle delegazioni trattanti avrei preferito non liquidare la mobilitazione con tutta questa fretta ed avrei prima chiesto ai lavoratori cosa ne pensassero di un possibile accordo con queste caratteristiche.