Le vie della democrazia

Nel corso dell’Assemblea Generale Nazionale di luglio, che ha eletto il nuovo Segretario Generale Nazionale della FISAC CGIL, abbiamo ascoltato ed applaudito convintamente prima le parole di Maurizio Landini e poi quelle di Nino Baseotto che richiamavano ad un rinnovato e necessario protagonismo delle Rappresentanze Sindacali Aziendali in quanto depositarie dirette delle condizioni di lavoro e di come queste condizioni si stanno trasformando vuoi per i cambiamenti indotti dalla tecnologia, vuoi per le conseguenze dell’emergenza pandemica.

In quella sede è emerso con estrema chiarezza la volontà di coinvolgimento di questo livello dell’Organizzazione in risposta ad un’esigenza emersa con altrettanta nettezza nella fase di gestione del percorso che ha portato all’avvicendamento del Segretario Generale precedente.

La costituzione dell’Esecutivo nazionale

Il fotogramma successivo di questo percorso ha visto la costituzione di un organismo (chiamato impropriamente Esecutivo Nazionale; improprio in quanto l’unico Esecutivo previsto dallo Statuto è la Segreteria) composto dai Segretari Generali regionali e delle aree metropolitane, dai Segretari di coordinamento dei gruppi bancari e assicurativi, dal rappresentante del secondo documento congressuale e dai rappresentanti delle diverse sensibilità.

Abbiamo sottolineato immediatamente nel corso della prima seduta di questo nuovo organismo, che tale scelta organizzativa non poteva essere considerata come soluzione coerente con le dichiarazioni precedenti.

In quel momento questa dichiarazione poteva apparire come una valutazione più ideologica che reale, ma cosa è accaduto poi?

Iniziativa n. 1

Il giorno 11 u.s. ha avuto luogo un incontro che vedeva impegnato il nostro Segretario Generale,

ABI e le altre sigle sul tema della pandemia, il giorno seguente si è riunito il cosiddetto Esecutivo – al cui ordine del giorno si è aggiunta la discussione sullo smart working – mentre, a data da destinarsi, sarà convocato il Comitato Direttivo Nazionale.

Soffermandoci su questo primo avvenimento, le domande che sorgono riguardano quale mandato abbia guidato il nostro Segretario Generale nel corso del confronto in ABI, quale lo scopo della discussione delle risultanze con il cosiddetto Esecutivo convocato il giorno dopo e per chiudere (e solo in fondo) la convocazione del Direttivo Nazionale.

Registriamo una impostazione che nei fatti conferma la valutazione iniziale: quali potrebbero essere gli spazi di movimento del Direttivo Nazionale se non una inevitabile ratifica di quanto negoziato? Dove si legge il protagonismo delle RSA in questa vicenda?

Iniziativa n. 2

Ad oggi l’intenzione di declinare il protagonismo delle RSA è stato tradotto nella proposta di modifica di alcune formule contenute all’interno dei Regolamenti Aziendali e di gruppo.

Possiamo confermare forti aspettative circa il coinvolgimento dei diretti interessati (le RSA) alla discussione anche alla luce di alcuni accordi vigenti nella nostra categoria che prevedono la costituzione di Comitati di Consultazione presieduti da Coordinamenti ed azienda che, di fatto, possono sostituirsi alle libertà sindacali previste per legge.

Sul tema abbiamo invece registrato le convocazioni previste nel mese di novembre dei Segretari regionali e Aree metropolitane in momenti separati rispetto ai Coordinatori dei gruppi bancari e assicurativi: in altri termini una discussione che non solo non include le RSA (e le aree critiche) ma vede diviso in due il cosiddetto Esecutivo. Due domande per tutte: quali saranno i contributi di coloro che, operando nel gruppo, hanno confermato in tempi molto recenti quegli accordi? Il Direttivo Nazionale sarà chiamato anche in questa occasione ad esprimersi ex post?

 

Come abbiamo ribadito al Segretario Generale Nazionale, riteniamo non credibile che un organismo intermedio – comunque lo si voglia chiamare – tra Segreteria e Direttivo finisca per discutere le proposte avanzate senza creare un nucleo di consenso e di potere utile nella gestione del dibattito nel Direttivo Nazionale. E se anche si riuscisse unicamente ad informare le compagne e compagni dell’Esecutivo, si creerebbero inevitabilmente due livelli diversi di conoscenza: da una parte i dirigenti che “sanno” e dall’altra gli emarginati.

Bisognerebbe avere il coraggio di fare autocritica rispetto a quanto avvenuto nel Congresso in termini di aumento smisurato dei numeri del Direttivo e dell’Assemblea Generale, prenderne atto e procedere comunque al pieno coinvolgimento del Direttivo e dell’Assemblea Generale apprezzando la ricchezza del coinvolgimento di tante compagne e compagni nell’attività nazionale.

In questo percorso – possibile e necessario – l’utilizzo della piattaforma FuturaLab non può che aiutarci.

Conclusioni

È sulla base di queste considerazioni che Agor@ ha comunicato la propria decisione di non partecipare ai lavori dell’Esecutivo. E non soltanto perché presenziando ne avremmo riconosciuto la legittimità così entrando in una contraddizione di principio ma perché continuerà il nostro impegno in due direzioni ineludibili: coinvolgere nel dibattito coloro che, ancora oggi, ne sono ai margini e rimettere al centro il ruolo fondamentale del Comitato Direttivo Nazionale che dovrebbe essere posto nelle condizioni di poter discutere e deliberare nell’autentico significato etimologico di questi due termini.

In sintesi, offrire elaborazioni avendo a riferimento le parole, i principi ed i concetti che hanno aperto questa nuova stagione ma rispetto a cui, ad oggi, non si vede ancora nulla di nuovo.