Il futuro è adesso

di Marco Parissenti

Per metodologia, una sana analisi politica del nostro comparto – in tutte le molteplici sfaccettature dei diversi comparti – non può eludere una serie di domande iniziali che, partendo da situazioni note, provano a tracciare la traiettoria delle prossime scelte. Valutandone opportunità ed efficacia ovviamente. Proviamo a ripercorrerne i punti salienti.

Pressioni commerciali – Il tema è più che noto da molto tempo e, ad oggi, l’Accordo nazionale su politiche commerciali ed organizzazione del lavoro dell’8/2/2017 non ha prodotto effetti sostanziali. Lo testimonia l’iniziativa di mobilitazione messa in campo da UNICREDIT che ha trovato alta adesione tra lavoratrici e lavoratori. Sarà sufficiente la costituzione di una Commissione paritetica sui sistemi incentivanti con ABI a trovarne la soluzione?

Interventi del Governo sul sistema pensioni e “quota 100” – Al di là della corretta (e negativa) valutazione che la CGIL ha rappresentato rispetto alle scelte dell’attuale Governo le cui misure cambiano di giorno in giorno alla ricerca delle coperture (che non ci sono), la questione ci si pone come: quali potrebbero essere gli impatti sul valore dell’assegno di gran parte degli esodati attuali e futuri? Quali saranno gli interventi che la FISAC metterà in campo presso il Governo e/o su ABI per garantire i lavoratori e l’Istituto stesso del Fondo di accompagnamento alla Pensione?

Situazione Carige – tema non recente che, per effetto dell’interruzione del percorso di risanamento economico, fa rivivere l’angoscia della tenuta occupazionale nonché dell’economia di un territorio già in grave difficoltà.  In MPS e BNL, seppur in condizioni diverse, sono stati raggiunti nuovi accordi aziendali difensivi. Ma allora, nonostante i sacrifici economici e normativi che in questi anni sono stati chiesti e ottenuti dai lavoratori, la domanda è quale sarà l’efficacia degli sforzi che saranno nuovamente ri-chiesti ai colleghi ai fini del risanamento e dei parametri economici aziendali? Per altro con gli appannaggi dei manager che continuano ad essere intoccabili?

Rinnovo CCNL BCC – Tra luce ed ombre non può non essere notata la sostanziale rinuncia agli arretrati relativi ai 5 anni precedenti e l’allargamento (da 30) a 50 km della trasferibilità rispetto all’ultima sede di lavoro. Un semplice conteggio potrebbe rappresentare che 40 km in più al giorno producono un costo aggiuntivo pari a € 4.400 (€ 0,5/km[1] x 40 km x 220 gg di lavoro all’anno) contro un aumento annuo pari ad € 1.105 lordi (€ 85 x 13 mensilità). Una scelta non semplice da spiegare nelle assemblee.

Se l’accordo costituisce una prima proiezione delle BCC verso l’organizzazione a grandi gruppi si deve ritenere già avvallato l’abbandono delle caratteristiche di solidarietà e vicinanza al territorio proprie del mondo delle BCC per decidere invece di diventare qualcosa di simile ad un terzo gruppo bancario?

CCNAL Alleanza Assicurazioni – Un rinnovo realizzato contro il parere del coordinamento aziendale FISAC e senza mandato da parte del direttivo nazionale. Nel frattempo le assemblee certificate degli iscritti FISAC, ancora in corso, stanno esprimendo a grande maggioranza un voto contrario all’accordo.

Qual è quindi il valore delle regole statutarie e, soprattutto, quale sarà il valore politico del voto espresso delle iscritte ed iscritti?

Rinnovo del CCNL ABI – Ciò che è noto è che la piattaforma dovrebbe vedere la luce nei prossimi 40/50 giorni ma dei contenuti non dato a sapere come non è nota – ad oggi – la convocazione della Commissione Contrattuale Nazionale.

Si cercherà di mediare – ancora una volta – la posizione di ABI?

Si affronterà il negoziato come un rinnovo di routine o con la volontà di gestire un cambiamento epocale?

Saranno recuperati gli arretramenti dei 2 rinnovi precedenti (salario d’ingresso, TFR, mancata manutenzione degli inquadramenti, orari di fatto lontani da quelli contrattualizzati, esternalizzazioni, ecc.)?

Rinnovo degli accordi su Salute e Sicurezza e Libertà Sindacali – Il primo accordo è direttamente collegato al benessere lavorativo. In letteratura è ormai ampiamente condivisa la tesi che il questionario rappresenta lo strumento migliore di rilevazione dello stress. Perché dunque non utilizzare il questionario già testato nel territorio di Pisa e, ora che è stato validato a livello europeo, imporlo alle controparti? Perché non dare strumenti di lavoro agli RLS, partendo per esempio dalla loro partecipazione, con ruolo consultivo, alle riunioni della delegazione trattante? Può essere forse questa la risposta alla domanda posta sulle “pressioni commerciali”?

Il tema delle libertà sindacali non è percepito in forma diretta dai lavoratori, ma se pensiamo al ruolo marginale della RSA per effetto dell’accentramento della contrattazione nei Gruppi a gruppi ristretti come si pensa di dare corpo agli obiettivi assunti nel 2015 nella Conferenza di Organizzazione CGIL, prevedendo un ritorno tra i lavoratori ed il rafforzamento delle strutture a loro più vicine? Come si pensa di risolvere la difficoltà di creazione di nuove Rsa con le regole attuali che prevedono come obbligatoria la presenza di un certo numero di lavoratori nell’unità produttiva di riferimento vista la rarefazione delle presenze dei lavoratori sul territorio?

Rispetto alla scelta di far coprire più territori dallo stesso RSA, non è forse meglio diminuire i numeri necessari alla loro costituzione? Se risulta difficile – se non impossibile – indire assemblee dei lavoratori per effetto della polverizzazione della loro presenza nelle filiali, quali sono le soluzioni alternative utili al loro coinvolgimento?

Digitalizzazione – Stiamo parlando del “cigno nero” di cui si può prevedere l’avvento ma non i suoi effetti. Ma è proprio e definitivamente così? La FISAC ha affrontato il tema numerosi dibattiti e discussioni: riteniamo soddisfacente – ma soprattutto coerente –  che il frutto di tutto questo lavoro sia l’istituzione di una cabina di regia a livello nazionale? Oppure allegare il testo della “Dichiarazione congiunta degli impatti della digitalizzazione sul lavoro” stilata a livello europeo come realizzato con il rinnovo del CCNL BCC? Se tutte le stime indicano che la digitalizzazione produrrà riduzione occupazionale, il Fondo esuberi sarà sufficiente a gestirne le conseguenze? Oppure dobbiamo pensare ad una riduzione dell’orario a parità di salario?

Formazione – Non solo perché lautamente pagata alle Aziende tramite FBA, ma la formazione deve avvenire in aula ed in ambiente protetto perché solo la maggiore professionalità mette i lavoratori in condizione di rispondere positivamente al cambiamento ed a difendere l’occupazione.

Si può ancora pensare che possa essere erogata ai lavoratori con le caratteristiche attuali (in open space, durante la consumazione del pranzo, con la stampa e la distribuzione delle risposte ai corsisti prima dell’effettuazione del corso in modo da facilitarne la verifica finale)?

Esternalizzazioni – Rappresentano da sempre la frantumazione del ciclo produttivo. Immaginare la soluzione nella formula “si all’esternalizzazione purché si rimanga all’interno dell’area contrattuale” non varrebbe a dire che non c’è soluzione alternativa?

Oltre a dire in maniera netta NO ALLE ESTERNALIZZAZIONI, perché non costruire una proposta con i contenuti presenti nella Carta dei Diritti (artt. da 88 a 92) sostenuta da ben oltre 1 milione di sottoscrizioni?

Contrattazione di genere – Gli approfondimenti e gli spunti prodotti dal Coordinamento Donne della FISAC smontano qualsiasi alibi ad evitare di realizzare una piattaforma che consideri la formazione erogata in correlazione alla conciliazione tempi di vita/lavoro, all’applicazione Testo unico sulle Pari Opportunità che garantisce alle RSA il diritto di informazione sui dati aziendali, ad una maggiore tutela per i part time in caso di trasferimento, ad elementi più esigibili per i part time stessi.

Una domanda finale per tutti i temi: le condizioni di lavoro di lavoratrici e lavoratori del nostro settore, le profonde novità che inevitabilmente arriveranno con la tecnologia non costituiscono già ORA elementi più che sufficienti per iniziare un confronto su tematiche arrivate già da ieri e altre arriveranno domani? Una discussione che, ADESSO, parli del FUTURO?


[1] costo medio tabelle ACI 2017