Monte dei Paschi non si regala

Restiamo senza parole nel leggere la dichiarazione di Giuliano Calcagni, Segretario Generale della nostra organizzazione, in merito alla situazione del Monte dei Paschi di Siena, rilasciata in occasione dell’attivo dei quadri sindacali della FISAC Toscana dello scorso 8 Aprile.

Riteniamo che non sia compito del Segretario Generale Nazionale di categoria quello di indicare alle lavoratrici e ai lavoratori quale sia la strada del risanamento della banca, e che sia assolutamente inopportuno dire che le loro fatiche quotidiane siano solo un viatico per poter poi essere venduti al miglior offerente secondo la logica di mercato, dimenticando che quelle fatiche sono l’argine ai troppi errori compiuti dai diversi manager che si sono alternati negli ultimi anni.

Registriamo come neanche una parola sia stata spesa con doveroso rispetto verso chi sta sostenendo da anni l’Azienda con un impegno che va oltre il dovuto e che meriterebbe la serenità di un futuro migliore, di poter quindi lavorare in un’azienda integra e finalmente risanata.

Queste esternazioni dimostrano l’enorme distanza purtroppo esistente fra certi vertici sindacali e i lavoratori e le RSA, loro diretti rappresentanti. Questi ultimi si trovano nei territori al fianco dei lavoratori e conoscono bene e condividono quotidianamente le problematiche e i sacrifici sopportati.

Dopo una mattinata infuocata, di protesta dei compagni e delle compagne dell’organizzazione per quella dichiarazione, è stata necessaria una precisazione del segretario, che però non fa completa ammenda sulla questione della consegna dell’azienda al mercato e continua a dare il pessimo segnale di un forte disaccordo con chi i lavoratori rappresenta veramente e che non accetta di non essere ascoltato.

Per noi la tutela dell’occupazione e l’integrità dell’azienda sono le vere priorità, pur nel perimetro dei “committment” europei!

Riteniamo che la linea della segreteria della Fisac MPS abbia ben interpretato invece le priorità dei lavoratori, quella di evitare di svenderli al miglior offerente anche se “compiacente” al mercato, quella di evitare esternalizzazioni già viste con esiti assolutamente negativi e quella di sostenere sempre e comunque il loro interesse.